Purtroppo quello che andate a leggere, solo dopo, si è scoperto un “falso storico”: In realtà è opera di Nino Durante, artista poliedrico (pittore, musicista, scrittore) e appassionato e insegnante di lingua genovese.
Ma immergiamoci comunque nel contesto facendo finta di nulla 😂
Poche righe che sprigionano tenerezza, spontaneità e tempi antichi raccontati da un figgin, sopra Utri!
È bello leggere, tra le righe, con quanta fatica egli cerchi di italianizzare le parole che, dal genovese, non riesce a tradurre.
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Se leggete il testo con forte coccina genovese, vi renderete conto come la costruzione della frase sia inequivocabilmente ligure e calzi a pennello nella nostra “cantilena”.
Vi riporto qui il tema, con un glossario d’aiuto in fondo, poiché l’immagine sgranata non permette di leggere al meglio tutto il testo.
Le vacanze le ho passate come quelle dell’anno passato che erano come quelle di due anni fa.
Stavolta in più ho aiutato mio barba Berto che fa il caigaro e gli facevo deslanguare la peixe nel cassuolino: così mio barba un giorno mi ha portato giù a Voltri che c’erano i banchetti e sui banchetti c’erano i sigari, i pescotti e i recanissi che me ne ha comprato uno che me l’ho sussato ben bene prima di mangiarlo.
Dalle galline non ci sono andato tanto perché mi hanno beccato e ci ho dovuto mettere il diacotone mentre dai conigi ci ho fatto anche il barconetto con mio papà.
Mi è piaciuto quella volta che a san Pietro quando mia mamma ha fatto le lumache e piumpò me le mangio tutte.
Tutti i depuidirnari andavo a pescare nel beo, una volta ci ho preso una salaccata che sono andato a bagno perché sono montato sullo scoglietto che è sempre insavonato dove mia mamma e mia lalla si roxentano o patelli.
Però queste vacanze sono state belle perché siccome ero promosso mio papà mi ha accatato una messoietta per segare l’erba e io mi sono demorato tanto che n’avrò segato per così.
E’ bello stare in vacanza perché botte ne prendo solo a casa e non anche dalla maestra e poi se vado a scuola desprendo di fare i mazzetti di radiccione.
Se però bisogna venirci a scuola dico. Ve ben, è bello anche imprendere a leggere e a scrivereTema di Oddone 3° elementare, anno 1908
Prosegui sotto per il glossario.
Con “:” la traduzione è diretta, con “=” prima richiamo la parola originale genovese a cui si riferisce, che storpia o italianizza a suo modo.
- barba: zio
- caigaro= caigâ: calzolaio
- deslanguare= deslengoâ: sciogliere
- peixe: pece
- recanissi: bastoncini di liquirizia
- diacotone = (forse storpiatura) diacolon: cerotto medico
- barconetto: finestrella
- piumpò = si capisce, ma non ho una vera traduzione da vocabolario: Per un pò / tra un pò / “c’è mancato poco che”
- depuidirnari = dòppodisnâ: dopo pranzo
- beo= bêo: un ruscelletto, un fiumiciattolo per irrigare. Un corso d’acqua molto piccolo.
- salaccata: c’è bisogno di tradurlo? S’è imbelinato alla grande!
- insavonato= insavonâ: insaponare
- lalla: zia
- roxentano= a/ruxentâ: sciacquare, pulire
- patelli: i pannolini che si mettevano ai neonati
- accattato= cattâ: comprare
- messoietta= messoîetta: piccola falce
- demorato= demoâ: divertire
- desprendo= desprende: disimparare
- radiccione= radicion: radicchio
- imprendere= imprende: imparare
Niente impedisce di sospettare che Oddone si sia ispirato ai discorsi dialettali della città – tanto più che il testo allude ad una specialità farmaceutica che, forse con uno sforzo, tutti potrebbero ricordare. Forse non è ‘autentico’ come tema, ma è una serie di flashes dalla quale si ricostruisce una realtà più che concreta. Come per tutti i testi popolari, raccomanderemo di usare con accortezza e coscienza sociale…
Commovente
Se non ricordo male il “diacotone” era un cotone emostatico di colore giallo.Una ricetta “militare” del primo novecento. Quando sanguinava il naso ne mettevano un batuffolo in ciascuna narice.
Sono un po’ anziano e la memoria non è più quella di una volta, ma quando ho letto “diacotone” mi è salita dietro gli occhi l’ immagine del “tubetto” con dentro la fibra giallastra.
Veramente “i patelli” (che io direi “pateli” con la “e” lunga”) sono i pannolini. Forse per bambini, forse assorbenti per donne…
Occhio, il testo non è originale: è stato redatto ad hoc da Nino Durante per il suo libro “Oddoneide”, pubblicato dalla Nuova Editrice Genovese. 😉