RECE-SGREUZA di Luca

La trama del film è, come in tanti Disney, da leggere su due fronti: quello per i bimbi e quello per i più grandi.

Vengono affrontati i temi dell’amicizia, l’accoglienza italiana (un po’ fredda all’inizio per i locals liguri –stranoeh?- ), il cibo e SOPRATTUTTO l’assoluta integrazione e accetazione di “razze” diverse.

Passiamo però a quello che più ci frega ouaQuanta Liguria c’è in sto Luca?

Tanta, tantissima. E l’argomento Liguria è curato a tal punto che, a parer mio, questo film visto dai nostri occhi (nati e cresciuti in liguria), assume un sapore magico.
Addirittura i dettagli del fondale del mare sono inequivocabilmente liguri: nelle prime fasi, quando Luca scopre il mondo terreno e fa anda e rianda di nascosto ai suoi genitori, si intravedono particolari che solo se hai frequentato tanto la nostra terra puoi notare. Esempi? Dai più evidenti, come la mancanza di sabbia al netto di una ghiaia abbastanza grezza, ai particolari più fini, come l’entrata in mare che dal bagnoasciuga in pochi metri scende velocemente in profondità tra scogli levigati con qualche alga, rocce più o meno grandi e un piccolo “canale” di ghiaietta che rende camminabile il percorso.

Per non parlare del rumore del mare condito dallo strofinarsi dei sassolini a riva: un altro piccolo-gigantesco particolare che rende questo film… ligurissimo persino nell’audio!

Andiamo oltre.




Tutto sto capolavoro è traboccante di micro-particolari che mi saltano ancora più all’occhio ripercorrendolo mentalmente. Nelle scene ambientate in mezzo agli “umani” a Portorosso, si possono notare sullo sfondo tanti comportamenti ed eventi che richiamano l’infanzia. Il gelato preso con la mamma seduti sul molo, le signore anziane rivolte verso la piazza a far ciæti, una cinquecento rigorosamente posteggiata all’ombra, un papà che spiega al figlio (visibilmente altrove con la testa) come districare la rete da pesca.

Perché il muretto a secco e le creuze con scalinata imprevia non le vuoi citare?

O la fantasmagorica riproduzione fedele delle trenette al pesto?

No no, tutta sta roba ve la salto perché, se state leggendo su ilmugugnogenovese.it si presuppone che le cose basilari le abbiate notate tutti. Per forza!

Mi soffermerò piuttosto sui personaggi caratteristici.




Partiamo da Giulia, la figgetta local che, studiando in città, ha una visione più aperta e inclusiva del mondo. Veste rigorosamente jeans (con tanto di pezza sul ginocchio), maglia a righe e quelli che sembrano esser proprio dei birkenstock… insomma, tutti abbiamo avuto almeno un amico vestito così! 😂

Forse, però, il personaggio più LIGURE in assoluto è il papà di Giulia, Massimo Marcovaldo!

Rude, impassibile, burbero sin dall’inizio. Propone pesto e pesce, guarda con diffidenza e… ovviamente veste coi jeans! Non siete ancora convinti che sia il più ligure di tutti? Se vi dicessi che, alla fine, è proprio lui che si scioglie e risolve quella che stava diventando la situazione più spinosa del film?
Come la risolve? Rivelando se stesso: anziché esser burbero e imperscrutabile, si dimostra affezionato ai due protagonisti. Altresì appare risoluto, giusto e aperto alla novità! Egli, infatti, grazie alla stima di cui gode tra i suoi compaesani, convince con poche parole ad accettare i due ragazzini per quello che sono (non vi spoilero tutto, così lasciamo un po’ di mistero).
Ed infine, lo ritroviamo sul fondale, a cena con i genitori di Luca in vesti da palombaro. Se non conosci nemmeno un ligure per davvero, all’inizio del film, mai avresti pensato di vedere Massimo in quella circostanza, eppure…

 

Nota di merito? Belin Seppia! Scia me scuse: Macchiavelli.
Perché potrete dargli il nome che volete, ma quello per noi è senzaltro Seppia! Sguardo incazzoso e diffidente, ma affettuoso se preso nel giusto modo (con un po’ di pesce passa tutto).

Il binomio che creano Massimo e Seppia, nella casa con Giulia, è un mix di Liguria che esplode a contatto con i piatti di trenette messe sul tavolo! Che dire? Un capolavoro per chi lo guarda, come noi, con la croce di San Giorgio nel cuore.

Un ultimo particolare, meno chiacchierato, ma pieno di zeneixitæ?

IL GOMMISTA! Avete visto il cartello? PACIUGO E RAVATTI!

Ok, passiamo ai conti: PAGELLE FINALI

VOTO FILM LUCA 9: si propone come uno di quei cartoni animati che faranno da pilastro alla collezione Disney. C’è tutto: fantasia, divertimenti, amicizia, messaggio contro la discriminazione e… ovviamente la LIGURIA. I dettagli nei titoli di coda sono da magone…

VOTO REGISTA 9,5: Enri tanto lo so che mi stai leggendo… sappi che non ti do 10 solo perché non hai fatto dire un BELIN selvaggio a nessuno… E ciò è una ferita che difficilmente potrà rimaginarsi. Ma sai altrettanto bene che, se un genovese da dei voti così alti, significa che hai davvero spaccato tutto…  SCIGNORIA SCIU’ CASAROSA, penso che ogni ligure non possa che ringraziarti dopo la visione di sto capolavoro.

LUCA: è più besugo che “paguro” ma è tutto nuovo per lui in questa terra degli “umani”. Quindi, con calma e un pizzico di goffaggine, si adegua alle circostanze. Crolla il voto quando infama il suo amico Alberto, ma vi dovete guardare il film per capire cosa intendo. Belin lo sgama davvero male! Termina il film come figura chiave per l’integrazione tra le razze. Lo salutiamo nell’ultimo disegno che si guarda il panorama da Spianata. Una cosa è certa: Giulia ha un futuro da guida turistica! VOTO 7. INFAMELLO (ma buono)

PAOLO KESSISSOGLU, scia scuse: ALBERTO! Belin figgeu l’altro si chiama Luca e lui è, per forza, Paolo! Continuo a vederceli, non chiedetemi perché… Me son turna collegou… 😂 A parte questo mio castello mentale, Alberto è e resta uno dei personaggi più genuini. Uno zuvenotto che, dopo esser stato abbandonato dal papà, si mostra sicuro e forte. Insegna tutto ciò che sa’ a Luca e, pur dopo esser stato “tradito”, salva l’Infamello, sacrificandosi con un gesto estremo… Sì, ok, dopodiche l’infamello si prodiga per salvarlo a sua volta, ma IO NON DIMENTICO! #TeamAlberto ❤️  Sul finale – perché fino ad adesso non era ancora Eroe abbastanza – contatta pure la mamma di Giulia e organizza la sorpresona-colpodiscena per Luca (infamello). Che dire? ABELINATO MA ✨ TOTALE ✨. VOTO 9.

GIULIA: diciamolo, senza sta matta, quei due sarebbero ancora fermi a mangiare il gelato in piazzetta, altro che Vespa… È una Ligure 2.0: esce dalla comfort-zone e si integra con il mondo, nuota a cannone, non rinuncia alla sua testardaggine (in bici fa anguscia eh!) e alle sue trenette! SECCHIA. VOTO 8.

MASSIMO 10: dedicate una statua a questo vero esemplare ligure. Esponente massimo del riso reo, strenzo i denti, parlo ciæo. Risolutore finale. Pescatore vero. Cuoco local. Cos’altro? Poi oh, maneggia i coltelli in un modo che, fossi in voi, gli darei 10 a prescindere… seggie mai che ci pigli uno scciuppon de fotta! DIECI. L’ho già detto? Megio che ninte lo ripeto!

Menzioni d’onore:
Seppia voto 10, masterclass! Scazzo perenne, asociale e famelico. Dolce non appena prendi confidenza!
Nonnine varie: voto ♾. Ombrellate, gelati in testa, schiamazzi dalle finestre, bosse ai genitori, che altro? Regine indiscusse della piazza!

Per ora non ho altro da aggiungere vostro onore. Mi congedo con una citazione ligure al 100% che solo chi ha visto avrà notato:

E tu? Cosa pensi?! Sono mostri marini!
Eh vabeh
*spallucce* si gira e se ne va come niente fosse, più affranto di aver perso una cena che di aver un nuovo abitante in città.

Perché va bene tutto, basta che non ci scassi il belino.

Aggiornamento: GRAZIE SCIÔ ENRICO!

 

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