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Lezione serale #53 Müro / Moro “Perché t’impari un po’ di parole cosi quando vieni a trovarci sai come
interpretare..” 

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La parola di stasera è diventata “famosa”, nei più giovani che ormai non hanno la fortuna di bazzicare il genovese ogni giorno, grazie ad una canzone arcinota. È comunque molto adoperata in senso “metaforico”…

Definizione dal Dizionario Frisoni: Müro, s.m || muso, ceffo, grugno || ___ brutto – faccia brutta || ___ de potta, ___ de zubbo, ceffo da saraceno || ___ tiôu, viso segaligno || avei o ___ de fâ, de dî, aver la petulanza, la sfacciataggine, l’ardire di fare, di dire || avei i muri, aver il broncio || fa i muri, far delle smusature, tenere il broncio || sia co ___ dûo, fare il viso arcigno.

Di quale canzone, poesia, stiamo parlando? Non siate irrispettosi, non dovrei neanche starvela a indicare… Ma solo per stavolta, solo per gli amici stranieri qui sul blog, ve la riporto direttamente da un video sul nostro canale Youtube, creato con molte delle foto che mi avete inviato in questi anni! Ah, se non sei iscritto al nostro canale Youtube, CLICCA QUI, ti conviene farlo ora, prima di farmi venire uno scciupon de fotta!

Proprio le prime parole di Crêuza de mä riguardano il vocabolo qui in questione. [Se ti interessa testo e traduzione della Canzone, CLICCA QUI]
La cosa fondamentale da sapere, specialmente per quel che resta ai giorni nostri, è l’uso figurativo della parola. È difficile, ormai, sentire moro usato con il suo significato di “faccia” nudo e crudo. Bensì è preferito per espressioni idiomatiche come “o g’ha un moro tanto pe vegnî chi comme ninte fuise!” – “ha una bella faccia tosta per venire qui come niente fosse!” [Ovviamente questa costruzione della frase è forzatamente adattata per l’italiano, ma giusto per capire il significato del suo uso attuale]. Ho trovato grande confusione per quanto riguarda la sua corretta grafia. Chi scrive Müro, chi Moro, chi Muru (quest’ultima al 90% errata). Quel che è sicuro è la pronuncia…

Pronuncia: MURU. Semplicemente. Chiudete bene le u e date tanta stanchezza (indispensabile) nell’essenza della parola. Metteteci aggressività e sconcerto nel pronunciarla, qualora vi troviate a parlare della sfacciataggine di una belina, soggetto del vostro discorso.

Curiosità: La sua origine è molto antica, nel genovese, con prime attestazioni già nel XIII sec. (dal piccolo diz. etimologico ligure del Prof. Toso). Molte lingue settentrionali, dialetti spagnoli e francesi, riportano termini che paiono avere radici simili. È il caso, ad esempio, di “morro” in spagnolo che deriverebbe dal prelatino “MURRU”.

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Se vedemmo zueni!