LEGGI BENE TUTTO PER CAPIRE DI CHE SI TRATTA.
Lezione serale #33 Sciaccælo “Perchè t’impari un pò di parole cosi quando vieni a trovarci sai come interpretare..”
Definizione diz Frizoni: agg. mattaccino, di poco senno, un pò demente, matterello, testa balzana || amandoa ___ a, mandorla spaccarella.
Scommetto che se avessi scritto la parola come si pronuncia, avreste capito tutti di che si trattava, invece scritta correttamente, di primo acchito, spiazza. Si tratta di Sciachelo, come lo diciamo noi. Chi non ha un amico “sciachelo“? Quando usiamo questo termine, noi V.E.L, vogliamo indicare quella persona “sempliciotta” un pò stordita, credulona, tonta… Solitamente lo sciaccælo è buono, ma ingenuo. Gli capita sovente di far qualche belinata, ma in buona fede. È semplicemente uno stordito! I foresti più affezionati alle lezioni serali diranno: ma allora non potremmo dire “abelinato” o “stundaio“? Per certi versi potrei anche darvi ragione, ma lo sciaccælo lo è di “mestiere”, nel senso che versa in una condizione di non ritorno 🙂 Facciamo un esempio: mentre, lo stundaio è colui che è “stordito”, ha “la testa fra le nuvole”, ma solo perchè non si applica e non usa concentrazione in ciò che fa, lo sciaccælo invece è “stundaio” sempre! Per quanto riguarda invece la differenza con abelinato potremmo distinguere le parole per due caratteristiche. 1) Abelinato si usa in tono più ironico, è uno “sfottò legittimo”2) Chi è sciaccælo lo è sempre, chi è abelinato lo è occasionalmente. Vi sono molti testi discordanti riguardo la sua grafia. Nei miei libri ho trovato scritto: sciaccælo, sciacchælo, sciacchelo, sciaccaelo, sciachelo.
Pronuncia: Si scrive sciaccælo, ma si pronuncia sciachélo. L’ho sentito usare sia con la e stretta che la é aperta, ad ogni modo la cosa principale sta nel fatto di non pronunciare le due c e di aggiungere un pizzico di catastrofismo nel pronunciarlo 😉
Curiosità: a) A volte viene usato il termine “sciacchelotti” per ironizzare su un gruppo di persone, di amici, che in italiano potremmo apostrofare come “scappati di casa“. b) Rifacendoci al diz. etimologico Ligure (F. Toso) sciaccælo è un aggettivo derivato dalla parola “Sciaccâ”: schiacciare. “Dal genovese la voce è penetra in còrso e nello spagnolo popolare dell’Argentina, dove shacar ha però assunto il significato di “imbrogliare”.
Se vedemmo zueni!
E sciaccabratta?