LEGGI BENE TUTTO PER CAPIRE DI CHE SI TRATTA.
Lezione serale #32 Pin de musse “Perchè t’impari un pò di parole cosi quando vieni a trovarci sai come interpretare..”
Scommetto che alla domanda: “Scusi per una spiaggia con la sabbia?” avrete, prima, sentito un mugugno simile a: “sti spaccabelin pin de musse, che vengon chîe a menarmelo e pretendon che noiatri semmo pure felixi e sorridenti!” poi alzando la voce, in modo da farsi sentire, vi avran dato una risposta “di là, besugo!” freddo e sintetico indicando stancamente con la mano verso la direzione.
Preveniamo subito: questa lezione sarà più sull’espressione che sulla parola “Mussa” (anche se molti di voi avrebbero voluto la seconda opzione!). Pensate che dal 1886 è diventata parte della lingua italiana 😉 Devo farvi anche la traduzione letterale?
Definizione diz. Olivari: “s.f (volg) vulva∆ mussa.” Il V.E.L usa questo termine per una quantità di argomenti sconfinata ed il suo significato originale è tra i meno “adoperati”, al confronto dell’utilizzo che se ne fa in senso “metaforico”. Sul “come si scrive” ci sono dibattiti accesi: c’è chi dice che sia giusto mòssa, chi mussa e c’è a chi non ci frega un belino, perchè “è la sostanza che conta” (maliziosi…) Vi ho annoiato sin troppo, meno musse, ciù fæti.
Foresti, non voglio credere che se avete visitato almeno una volta Zena, non abbiate mai sentito questa parola! La cosa affascinante è la quantità di utilizzi che se ne fa e la quantità di moddi de dì ad essa collegata. Siccome reputo che il Genovese lo si debba imparare “sul campo”, preferisco farvi conoscere la parola mediante espressioni tipiche di noiatri.
a) T’è ciù musse che mandilli! | “hai più storie che fazzoletti”, sei pieno di storie!
b) A l’è unna mussa de færo | ” è una donna tosta!”, per indicare una donna energica, che tiene testa agli uomini, ma anche usata per indicare una donna robusta, maschia (lineamenti e/o fisico).
c) Battisene a mussa! | La versione femminile di “battisene o belin!” | “fregarsene”. Attenzione lettrici: questa esclamazione è ormai in disuso, dunque risultereste molto più camalle che signore se la usaste incautamente (con tutto il rispetto per i camalli)
d) Pin de musse! | Conosciuta universalmente, per questa espressione non c’è bisogno di spiegazione, anche se già l’abbiamo data al punto a). Viene indicato anche per definire una persona “viziata”, con tono di scherno.
e) Conta musse! | “Bugiardo!”. Se ai punti a) e c) le musse le avevano, questo soggetto invece le racconta una dopo l’altra. Se pronunciato con scherno, alleggeriamo la situazione, invece, se scegliamo di dirlo con cattiveria, vogliamo sottolineare il nostro disappunto verso quella persona “falsa”.
La cosa bella di questa parola è che possiamo giocarcela in qualsiasi contesto noi vogliamo, stando però attenti al modo ed ai toni che usiamo. Dire “pin de musse”o “hai troppe musse”, sono frasi con traduzione letterale diversa, ma di significato perfettamente scambiabile. Lo stesso vale per “Contamusse” al posto di “dici una mussa dopo l’altra!”
Pronuncia: Mussa, con la u chiusa. Molto semplice da usare e pronunciare. Occhio a non abusarne… ma tranquilli non c’è pericolo…
Curiosità: Scritta in fondo, apposta per chi legge sempre tutto l’articolo. La sua origine è abbastanza controversa. E non parlo di quella della MUSSA, ma quella della parola in sè. (maliziosi…)
Usando il diz. etimologico Ligure del Prof. Toso, scopriamo che vi sono più teorie sulla sua origine. Alcune poco accreditate come “mousser“, dal francese “spumeggiare, detto del vino”. Altre hanno connessioni più forti e valide, come la proposta di Plomteux: “Mutius, variante di Mutilus, per “mozzato, mozzo, troncato”: ricorrendo al suo significato originario di “moza” nel senso di “ragazza”, in spagnolo.” Sempre dal medesimo testo, troviamo che uno dei primi esempi di utilizzo con significato metaforico risale al 1180 “credì voi qu’e’ sia mosa?” nel Contrasto di Rambaut de Vaqueiras)
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