Le 7 frasi che NON devi dire ad un Genovese, secondo l’Intelligenza Artificiale
In sti giorni sto sperimentando un po’ l’intelligenza artificiale, ma non in modo… banale come ci siamo divertiti un po’ tutti a turno, ma in modo più approfondito.
Non sto qui a dirvi i tecnicismi noiosi, vi basti sapere che esiste un modo per “educare” un Intelligenza Artificiale a partire dai toni, alle conoscenze di base, alle inclinazioni che essa deve avere a seconda delle richieste.
Chi segue il MG nelle stories su instagram, sa che nei prossimi giorni arriverà anche il riassuntone di tutte le immagini create sulle vostre richieste. Questo invece è un progetto che ho portato avanti al contempo e… i risultati sono stati davvero notevoli se considerate che la mia unica richiesta è stata:
“Scrivimi un articolo che si intitoli: Le 7 frasi che non devi dire ad un Genovese e creami un’immagine di copertina collegata all’argomento”.
Ecco, sull’immagine di copertina avrei qualcosa da ridire… oppure non sto facendo bene il mio lavoro di “istruttore”, ma sul testo… direi che ha fatto un lavorone! Ve lo riporto così com’è senza toccare nessuna riga.
Genova, la Superba, è una città affascinante e complessa, con una cultura e una storia che affondano le radici nei secoli. I suoi abitanti, i Genovesi, sono noti per il loro spirito indipendente, la loro franchezza e, a volte, una certa riservatezza. Per questo, ci sono alcune frasi che è meglio evitare se vuoi evitare di urtare la loro sensibilità. Ecco le sette frasi che NON devi dire a un Genovese.
- “Ma perché siete così tirchi?”
Questo stereotipo è forse uno dei più fastidiosi per un Genovese. La fama di essere parsimoniosi è legata a un’antica tradizione di prudenza economica, ma ridurla a mera tirchieria è offensivo. Genova ha una lunga storia di commerci e di navigazione, e i Genovesi hanno sempre saputo gestire le risorse con attenzione. Non si tratta di avarizia, ma di saggezza finanziaria.
LEGGI QUI: NON SIAMO TIRCHI, SIAMO PARSIMONIOSI
- “La focaccia ligure è troppo unta.”
Parlare male della focaccia genovese è un errore imperdonabile. La focaccia è un’istituzione a Genova, amata da tutti e parte integrante della cultura culinaria locale. Definirla “unta” è come un affronto personale, perché la giusta quantità di olio è ciò che le conferisce il suo sapore unico e inimitabile.
RICETTA FOCACCIA GENOVESE DEL MUGUGNO
- “Vivo a Milano, lì sì che ci sono opportunità.”
Anche se Milano è vicina, Genova ha un’identità propria e ben definita. Suggerire che Milano sia l’unico posto con opportunità di lavoro o di vita interessante è sminuire il valore di Genova, che offre una qualità della vita diversa, ma altrettanto valida. Genova è una città ricca di storia, cultura e bellezze naturali che non ha nulla da invidiare ad altre città.
- “Che senso ha il vostro dialetto?”
Il dialetto genovese è una parte essenziale della cultura locale. Deridere o sminuire l’importanza del dialetto significa mancare di rispetto a un elemento identitario fondamentale. I Genovesi sono orgogliosi del loro dialetto, che rappresenta un legame con le proprie radici e con la propria storia.
- “Non vi sembra che il vostro porto sia un po’ vecchio?”
Il porto di Genova è uno dei più antichi e importanti del Mediterraneo, e continua ad essere un nodo vitale per il commercio e il turismo. Anche se ha subito molte trasformazioni nel corso dei secoli, dire che è “vecchio” può essere percepito come una critica ingiusta. Il porto è un simbolo della resilienza e dell’ingegno dei Genovesi.
LA STORIA DEL PORTO ANTICO DI GENOVA
- “Il pesto alla genovese è troppo forte per i miei gusti.”
Il pesto alla genovese è una delle specialità culinarie più famose della Liguria. Dire che è “troppo forte” può offendere chi lo prepara con amore e dedizione, seguendo ricette tramandate da generazioni. Il pesto è un orgoglio locale, e i Genovesi sono molto attaccati a questo simbolo della loro cucina.
- “Genova è solo una città di passaggio.”
Questo è forse uno degli errori più grandi che si possa fare. Genova non è solo un punto di transito verso altre destinazioni; è una città con una ricchezza culturale, artistica e storica che merita di essere esplorata. Ridurla a “città di passaggio” è ignorare tutto ciò che ha da offrire.
In conclusione, conoscere e rispettare la cultura e le tradizioni locali è fondamentale per evitare di offendere i Genovesi. La prossima volta che ti trovi a Genova, ricorda queste frasi da evitare e goditi tutto ciò che questa affascinante città ha da offrire con rispetto e curiosità.
Usate l’intelligenza artificiale e manco correggete i testi. Che declino…
Per favore, smettiamola con la storia del dialetto: il genovese, anche se non riconosciuto dalla legge italiana, è una lingua. Complimenti comunque all’intelligenza artificiale per aver perfettamente descritto la stupidità naturale.
Abbiamo la fama di essere spilorci ma ho visto e conosciuto persone che definire spilorci è fare un complimento. Siamo parsimoniosi, prudenti nel rapportarci con gli altri ( foresti). Loro che vengono a toglierci la fame, detto da un inqualificabile quando facevo la commessa, peccato che arrivano carichi di ogni cosa.
Complimenti a Gabriele Rastaldo autore originale e curioso…bravo!
Nata cresciuta a Genova, la città più bella del mondo, per me …..con i monti alle spalle ed il mare ai piedi….con corso Italia, strada che affianca il mare e ti porta a Boccadasse..Al mattino dai forni si sente il profumo della focaccia.e del pane caldo. ..Nei vicoli carruggi come li chiamiamo noi genovesi senti il vociare delle donne che fanno il pesto, il bucato, il sugo u tuccu ….Genova ricca di angoli bellissimi è una città da vivere completa.. ha tutto anche noi genovesi selvatici e gelosi della nostra città…..la città più bella delo mondo…per me….
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Nato, cresciuto e vissuto a Genova mi sento più ligure che genovese in senso stretto, forse per le ancestrali origini sciarboraschine e chiavaresi. Da alcuni anni vivo prevalentemente in Val Sesia e mi ci trovo come in Liguria. Forse perché, nella preistoria era una terra abitata dai Liguri. Personalmente sarei favorevole ad una macroregione che comprenda Liguria, Piemonte e Val d’Aosta e magari un pezzo di Emilia con Reggio Emilia e Parma. E non trascurerei di riprenderci la Corsica e il pezzo di Francia fino a Nizza. Altrove mi sento un turista. Ma in tutti questi posti citati mi sento orgogliosamente ligure e a casa. A Milano non ci vado mai e i milanesi mi stanno sul belino (altro pregio della Val Sesia che anche lì non reggono i milanesi).
Secondo me i veri tirchi (pidocchi) sono ben altri e si permettono di dare del loro ai genovesi!!!!!
Le critiche purché siano costruttive le possiamo accettare,ma questi foresti secondo me sono un po’ invidiosi. Comunque c’è sempre la torta di riso e in alternativa sapete cosa.
…anche perché abbiamo un caratteraccio e non le mandiamo a dire!
Bravissimo, da non genovese, che ti segue su Facebook e da persona che frequenta Genova da 40 anni , ti dico che è tutto verissimo. W Genova compreso mio genero genovese!!!!
Sun na manega de abeline’.
Oltre alle AI ha provato il traduttore italiano -> ligure di Google?
Una risata e una valanga di pesto all aglio li seppellirà!
Sono tutti invidiosi e patiscimili
E malgrado tutti questi difetti….vegnan tutti chi….
Poi capisci perché vorresti che stessero a casa loro
…anche perché abbiamo un caratteraccio e non le mandiamo a dire!
Poi capisci perché vorresti che se ne stessero ad casa loro
Genova è talmente di passaggio che da Milano ho deciso di restarci. Ormai sono due anni e quando mi capita di ripassare la Serravalle mi viene il magone e non vedo l’ora di tornare indietro…
Un solo pensiero. Ma chi ti ha cercato. Ma vattene, va!
Alla seconda sono morta dentro.
Non posso continuare a leggere.