Ma come fai a pucciare la focaccia nel caffelatte?” – per una colazione Zena-Edition.

TUTORIAL PER LA COLAZIONE ALLA GENOVESE, FOCACCIA E CAPPUCCINO

Ma sei matto il bianco di primo mattino?” – per una colazione livello “ligurianextreme


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Chiunque faccia “uso” di questa colazione si sarà imbattuto, prima o poi, nel classico turista (ma anche qualche ligure eh!) che non si capacita di come si possa unire focaccia e cappuccino/caffe/caffelatte. Non parliamo poi del vino bianco per colazione! Eppure, soprattutto la prima versione, è molto in voga tra noiatri.

Ma è unta!

Partiamo, per l’appunto, dal fattore principale che ferma gli schizzinosi. Essendo la focaccia (qui la ricetta del Mugugno Genovese), quella vera, unta al punto giusto… quando andiamo a pucciarla nel nostro caffè, questa dovrebbe rilasciare tante piccole macchioline d’olio (o addirittura briciole) dentro la nostra tazzina.

È giusto? È qui che vi sbagliate! O meglio: non conoscete la tecnica.

È ovvio che, se fate come in alcuni video che si vedono in giro recentemente e vi infilate mezzometro di focaccia per 50 minuti consecutivi, questa rilascerà sia olio e briciole (probabilmente anche una parte del sudore del fornaio ❤️)

Potremmo generalizzare la cosa dicendo: “quanto più la pucci, tanto più rischi” (tolto che vi sono dei veri e propri amanti del caffè “macchiato” dal passaggio della focaccia, ma questa è un’altra storia).

Il movimento che bisogna fare è pulito, abbastanza rapido, e continuo (infatti solo i più esperti lo “doppiano” durante l’atto! E chi lo fa… sa di cosa sto parlando).

…in generale “Puccia e scappa via

Si va be, ma come fai? A me viene un lago d’olio

Innanzitutto, quando ve lo vediamo fare, sappiate che tutti i genovesi vi vedono come dei neanderthal…

Lasciate che vi spieghi in modo semplice, per punti:

  • Piggiate unna slerfa (se volete spezzatela a metà: se siete alle prime armi, più piccola vi risulterà più comoda)
  • pucciatela con delicatezza immergendo solo il suo angolo per due/tre cm. Più ne pucciate, più diventa “hard” il livello di difficoltà.
  • Immergete ed estraete una volta, senza far altro: senza interrompervi né aspettare che diventi una spugna intrisa.
  • La cosa più importante, infatti, è che il movimento sia continuo senza interruzioni!
  • Dopo rivoltate la slerfetta verso l’alto (cosicché coli tutto all’interno dei suoi buchi) e intanto assaggiate.

Se avete preso una focaccia come si deve ed avete compiuto il gesto magico correttamente, osserverete dapprima la focaccia rilasciare poco olio mentre immergete. Lo stesso olio che, nel risollevare la slerfa, verrà riassorbito magicamente dalla focaccia. Avrete reso così il vostro angolo di focaccia ricco di caffelatte e con la stessa quantità d’olio iniziale. Non vi resta che assaggiare.


L’unica cosa che posso consigliarvi è: procedere sempre mantenendo uno spigolo “libero” nella vostra slerfa di focaccia, così da pucciare fino a quando ne avete voglia, senza troppi problemi. Per il resto… beh… c’è una componente genetica che rende il gesto più naturale ed efficace, ma purtroppo questa non possiamo insegnarvela. È di natura. Considerate questo articolo come un tentativo di venirvi incontro (ma non troppo).

NON MI RESTA CHE PORTARVI A CASA L’OCCORRENTE PER PROVARE ANCHE LONTANO DA ZENA!

Vi lascio infine con due articoli IMPORTANTI e strettamente collegati a questo:

Immagine di copertina, TAPULLAND da Roberto Zerbone, instagram: @theszdj

Se vedemmo zueni!