Dopo dieci mesi di “segretezza” della Procura, pubblicarono il video il giorno del crollo.
E le immagini, della Guardia di Finanza (come l’immagine qui in copertina) mettono ancora oggi i brividi.
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“Anche se voi vi sentite assolti, siete lo stesso coinvolti”
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Se vedemmo figgeu!
Su questo evento è già stato detto tutto, ma sembra che l’essenziale non sia ancora evidente. La prassi è sempre stata che una struttura viaria sia calcolata per reggere una colonna di carri armati (non fosse altro che per la disgraziata eventualità), e poi costruita per reggere un carico effettivo più che doppio (perchè non si sa mai). Che importanza può mai avere una fila di camion? Che carico sarà mai in confronto alla struttura stessa? Non serve una laurea in ingegneria per capire che il traffico è stato un fattore irrilevante. O avrebbe dovuto esserlo, e se non è stato vuol dire che la struttura era fatiscente, come lo sono tantissime altre che cedono continuamente sotto sollecitazioni minime. Ne abbiamo avuto un campionario impressionante, per chi vuole intendere…
Ripeto quanto ho già asserito qualche mese fa: per me grandissima parte della responsabilità del crollo va addossata a chi – a suo tempo – decise che, al termine della bretella “elicoidale” di raccordo tra la fine dell’A10 e l’A7 direzione nord, i veicoli in immissione dovessero dare la precedenza a quelli provenienti da Genova Ovest, per i quali si mantennero le due corsie di marcia. Ciò si dimostrò uno dei fattori determinanti nella frequentissima formazione di code sul Morandi, con conseguente aggravio dei carichi sulla struttura. In quasi tutti gli altri raccordi della zona, a ogni canale di traffico si riserva una sola corsia (eventualmente riducendo da due), in modo che nessuno sia costretto a fermarsi creando il tappo.
Se avessero fatto la famosa bretella Voltri-Rivarolo i la Gronda, non saremmo qui a piangere le vittime e il ponte sarebbe ancora in piedi.
O no?
Concordo con Stefano. Da buon inteditor poche parole…