Il Ponte Reale che non c’è più
Ci sono storie, in quel de Zena, che quando te le raccontano, puoi solo pensare: “me tasto se ghe son!”
Piazza San Domenico, che da piazzetta con un trogolo, è divenuta l’attuale Piazza De Ferrari (QUI), l’intera zona di Via Madre di Dio distrutta per far posto al “Centro dei Liguri” (QUI), oppure ancora Piccapietra, distrutta dal Piccun, per realizzare cemento e uffici (QUI)… Queste sono solo alcune delle storie che mi vengono in mente!
Oggi, però, non ti racconterò niente di simile. Ti narrerò, piuttosto, di uno “spostamento” illustre, di forte impatto visivo, sia per chi l’ha vissuto, sia per chi vede le foto per la prima volta. Mettere a confronto i due scatti è, forse, il miglior modo per rendersi conto del cambiamento.
La prima è una cartolina del 1907, mentre la seconda è una foto successiva agli anni 60′.
Quello che vedete nella cartolina è “Arco del Palazzo Reale in Via Carlo Alberto“, per tutti il “Ponte Reale“.
Questo ponte sosteneva un corridoio dal quale i reali potevano passare direttamente da Palazzo Reale al porto per imbarcarsi. Belin! Mica dei poveracci i nostri nobili d’allora! L’arco è stato completamente distrutto con la costruzione della sopraelevata negli anni 60′. Oltre all’arco, sono spariti i binari del tram per far spazio all’asfalto.
A sinistra possiamo scorgere qualche edificio della Darsena mentre la torre del Silos, presente ancora oggi, rimane coperta. La zona, negli anni precedenti aveva subito altri piccoli cambiamenti, uno dei quali v’andrò a spiegare, subito dopo una “Curiosità” qui di seguito…
Curiosità: la definizione popolare di “Ponte Reale”, per indicare l’Arco che da Palazzo Reale portava fino al molo, non è propriamente corretta. Il Ponte Reale era quello che portava all’accesso sul mare, mentre la costruzione passante sopra Via Carlo Alberta era l’Arco (che vedete nella cartolina del 1907).
Il ponte in questione era molto importante per Genova sin dal 1500. Solo sul finire del 1800 venne unificato, collegandosi con ponte Embriaco e ponte Spinola, creando in questo modo una lunga calata.
Lo “spostamento” illustre di cui ho parlato all’inizio, riguarda un “monumento” per i Genovesi d’allora, che venne posizionato in una zona molto trafficata anche ai giorni d’oggi…
Come ogni Ponte che si rispetti, anche quello Reale aveva il suo “Barchile” (fontana), collocato nella prima metà del 1600 (1637 probabilmente).
Vi allego la foto.
Ha un’aria familiare vero?
Dal 1861 questo simbolico barchile venne spostato al centro di Piazza Colombo. Inizialmente, la scelta, non fu gradita, in quanto si trattava di un vero e proprio Simbolo per Genova, manifestazione di ricchezza, storia e tradizione per tutti i portuali. Lentamente Piazza Colombo acquisì più importanza, specialmente dopo i riassestamenti della viabilità cittadina di inizio Novecento e la fontana divenne parte integrante ed apprezzata della Piazza.
D’ora in poi, quando passerete da quelle parti, sappiate che la fontana, fino a pochi anni fa pullulante di pesci rossi, è un pezzo storico del 1600, un tempo Simbolo dell’antico porto di Genova.
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Un po’ come per il viadotto sul Polcevera. Quando mai a Genova l’abbiamo chiamato ponte Morandi? E’ un’invenzione giornalistica. Oltretutto non era un ponte, ma una bretella autostradale, come l’attuale che l’ha sostituito. Fate giustizia,
Non è un ponte, è un cavalcavia.
Il Ponte Reale è uno scalo del porto antico
Tecnicamente non credo si sia MAI chiamato “Ponte Reale”. “Ponte di Palazzo Reale”, certamente, ma il “Ponte Reale” era altrove. Stava in fondo a “Via al Ponte Reale” (O MA GUARDA), ed era quello che ora è il Ponte Embriaco (il tendone del bigo e della pista da pattinaggio). A Genova molti moli si chiamano ponti, come appunto Ponte Spinola, o Ponte Assereto, e quello Reale era a nord di Palazzo San Giorgio, allineato con piazza banchi. Per conferme cerca la mappa di Genova del 1766 redatta (“misurata a passi geometrici”) da Giacomo Brusco.
Salve, ecco un’altra foto del “ponte Reale”
https://www.facebook.com/whoiscufter/photos/a.115559516884928/203042071470005/
Cosa vuol dire “me tasto se ghe son”…sai, don di Roma!
Ciao Silvia, letteralmente significa “mi tasto se ci sono”. Sta a figurare il gesto di toccarsi il corpo incredulo per dire “davvero? o sto sognando?” di fronte a qualcosa di strano/assurdo o semplicemente inusuale 🙂
“mi tocco se ci sono”