Spesso il web rivela degli aspetti “nascosti” che prima sarebbero finiti nel dimenticatoio. E, puntualmente, la funzione dei “ricordi” su facebook, mi mostra ciclicamente questo post… Non giriamoci troppo intorno e andiamo al dunque. Qui di seguito vi allego un meme di esattamente 365 giorni fa (29 maggio 2018 – 29 maggio 2019).
Il ponte Morandi era ancora “intatto” e ogni tanto ci scherzavamo su, poiché molti non conoscevano nemmeno il suo nome esatto!
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Ironie a parte (che oggi invece mettono i brividi – a tratti veri e propri scciupon de fotta), la cosa veramente terrificante sono i commenti che scrivevamo con leggerezza…
Sembrava quasi ne fossimo tutti a conoscenza e rassegnati al fatto che prima o poi…
E potete andare avanti trovandone molti altri se cliccate sul post originale…
Io quel ponte lo ho percorso mille volte e ci sono passato sotto quasi altrettante: quando c’ero sopra mi sembrava sempre tutto a posto, quando c’ero sotto avevo paura.
Credimi Mugugno, in Val Polcevera eravamo in più tanti a chiederci come avesse potuto resistere tanto viste le sue condizioni.
Non c’è alcunché di macabro: ogni volta che ci passavo sotto le vedevo le crepe e sentivo a pelle che non era questione di SE ma di QUANDO sarebbe venuto giù.
E non sono una veggente, altrimenti avrei già vinto il jackpot del superenalotto.
La gente che abitava lì in zona ti posso garantire che era certa che sarebbe venuto giù, sono tutti incazzati neri da prima che crollasse, avevano notato pur facendosi gli affari loro che qualcosa non tornava nei loro continui lavori di ristrutturazione.
Conosci il detto Fare e disfare è tutto un lavorare?
Ci siamo capiti.
Detto questo, ti lascio la saggezza del mio consorte, un V.E.L. come ce ne sono pochi:
“Non chiedere, perché le risposte che otterresti non ti piacerebbero. Prendi quello che accade così com’è e fattelo andar bene per ora. Lascia stare. Non chiedere, sarebbe troppo.”
la pelle d’oca…
un applauso al figgeu che non si ferma