Lezione serale #63 Denâ
“Perché t’impari un po’ di parole cosi quando vieni a trovarci sai come interpretare..”

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Un giornale un po’ “mariolo”, con redazione romana (quindi cosa vorrà saperne di genovese… ?) qualche tempo fa ha provato a spiegare in anticipo la parola che chiaramente avrei trattato prima di Natale.
E ha pure speso ben 4 righe totali! Va be, non parliamone oltre. (gli ho già dedicato più righe del loro stesso articolo…)

Scignoria, mancano giusto 5 giorni a-o Denâ. Serve la traduzione del dizionario stavolta? Va be’, giusto per i lettori foresti più abelinati, ecco qua: Denâ, m,s. Natale.

Antica parola, antichissima, con origini latine. È proprio sulla sua provenienza che vogliamo incentrare tutta la lezione serale di oggi.



Avvalendoci del nostro solito piccolo dizionario etimologico ligure, del prof. Toso, scopriamo che il vocabolo deriverebbe da: DIES NATALIS (giorno della nascita), ma ci sono conferme della sua esistenza zeneise, già nel XIII secolo. E qui, mi permetto di tirare una piccola frecciata ad un quotidiano online un po’ mariolo come già detto: fareste bene ad estendere le vostre ricerche su google search oltre la terza riga di risultati… oppure (ancora meglio) fare cronaca, evitando di rubare competenze (e rompere il belino) a chi, del diffondere la zeneixitæ, ne fa una missione!

Sto mugugnando? Sì, dai, d’altronde il blog porta questo nome non a caso e, per portare la nostra cultura sul web, quando ho firmato il contratto, ho inserito la nostra clausula “il mugugno è libero” a fronte di un compenso pari a 0 €.

Scherzi a parte, come si PRONUNCIA?

Molto semplicemente: denà. Alcuni sostengono che non vada accentata o “allungata” la A finale, ma personalmente ho sempre sentito la prima variante che vi ho indicato. Poi, si sa, “il genovese non è Ligure”, quindi di valle in valle, di paise in paise, cambierà la pronuncia e non solo. 


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Se vedemmo zueni e, se no se vedemmo ciù, bon Denâ!