O Pandoçe!
A seu Stöia
O Pandoçe, secondo il Cervetto (storico genovese dell’800), ha origini persiane, mentre, secondo altri deriverebbe dall’antico Pan Co-o Zebibbo, un dolce ligure con uva secca, cedro o zucca candita. Non c’è una versione più veritiera delle altre, siccome il dolce par avere origini molto antiche, quindi le sue origini si son perse nel tempo
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Tradizione
Le origini sono andate perse? Le tradizioni no ed, infatti, ancora oggi molte famiglie genovesi servono in tavola questo dolce. La vera tradizione antica vorrebbe che andasse portato in tavola dal più giovane della casa, servito con nel mezzo un rametto di alloro, simbolo di fortuna e benessere. Appena portato il ciù zueno dovrebbe consegnarlo al più anziano di casa per essere tagliato e distribuito. Importante: una fetta va conservata per il primo povero che suona alla porta ed un’altra per il giorno di San Biagio (3 febbraio)Passiamo al lato pratico. La mitica Vera Cuciniera Genovese, questa volta, purtroppo non ci è d’aiuto, siccome alla ricetta numero 619 “Pan Dolce” esordisce così: “Il pan-dolce che si vende in Genova da tutti i pasticcieri, differisce assai da quello che stiamo per descrivere”, dandoci poi la ricetta del pandolce lievitato, ben più lunga e complessa di quello tipico Zeneise. (Della serie: se vuoi quello vero, che te lo impari, che te lo impasti, che ti levi dal belino, grazie)
E così subentra con orgoglio il mitico quaderno della nonna a darvi la ricetta, quella vera, vecchio stampo del pandolce zeneise! Ancora oggi usata in casa Mugugno proprio nei primi di dicembre!
Ricetta Pandolce Basso Genovese
Ingredienti
- 1kg farina 00
- 3hg zucchero
- 4hg burro
- 4 tuorli
- Un pizzico di sale
- Scorza di limone o vanilina
- 6hg di uvetta
- 1,5 hg cedro candito tagliato a cubetti
- 1,5 hg arancio candito tagliato a cubetti
- 2 hg pinoli
- 3 bustine di lievito
- Un po’ di marsala
Cosse da fae:
- Far rinvenire l’uvetta in acqua
- Impastare tutti gli ingredienti velocemente
- Dividere l’impasto in 4 parti
- Modellare 4 pandolci tenendo conto che cuocendo si allargano.
- Cuocere in forno statico a 180° per circa 1h.
Infine, prima di lasciarvi, ecco una piccola variante (sempre molto tipica!) del pandolce basso classico: PANDOLCE BASSO NOCI E FICHI
Se vedemmo zueni e buone feste!
Quanto si conserva?
Ciao, io tempo fa compravo le dosi per il pandolce dalla drogheria sotto casa, ti dava tutto, dovevi solo metterci il burro, che loro non vendevano, in più un foglietto su come impastarlo e cuocerlo. Prima che chiudesse ho pesato tutto e ho scritto la ricetta sul mio libro, con il nome “Pandolce Zanni”viene sempre perfetto. Anche io metto i semi di anice. Quest’anno ne farò 3, non sapevo della tradizione di come è chi lo porta in tavola. Grazie
Io ho provato a farlo tanto tempo fa, ma e’ venuto durissimo, non ricordo se la ricetta fosse questa.
Quest’anno, a meno che non arrivi una “provvidenziale spedizione dall’Italia, sara’ il primo natale senza
In Inghilterra hanno Il Genoa Cake, non male ma non e’ la stessa cosa .
Buon Natale !!!
La mia ricetta ha anche i semini di finocchio
E un’altra variante è con solo nocciole e cioccolato, panciocco di Priano
Anche io metto i semini di finocchio, come bisnonna, nonna e mamma mi hanno insegnato e, anche se sto tra le nebbie padane da più di trent’anni, u pandüçe (basso) c’è sempre sulla mia tavola :*
Ciao! Eh si, le tradizioni vanno mantenute 🙂 La copia è disabilitata proprio perché le cose che scriviamo qui sopra ci fa piacere condividerle con tutti, ma con l’unico “vincolo” che per rileggerle o farle leggere, dobbiate passare necessariamente da qua. Basta salvarsi questo articolo, il link o nei preferiti del tuo browser (pc, telefono, tablet o qualsiasi cosa tu stia usando per navigare qui)
Grassie per la comprensione… buon impasto e buone feste!
Quanto si conserva?
Mi chiamo Lucia e sono lontana da Genova, città vissuta sino al 1968. Leggendo questa ricetta, mi sono ritornati in mente i miei genitori. Loro facevano il panettone, quasi per riscattarsi dalla miseria e ne facevamo dono alla nonna ed alla zia materna!
So che si davano il cambio per lavorare la pasta e che a Natale per me, ed i miei fratelli era una festa…sotto il panettone, rigorosamente con il tralcio di alloro, la letterina di Natale….Era proprio fatto a regola d’arte e si portava ad informare al fornaio sotto casa…
Era tenuto conservato, un ultimo panettone sino al 21 di febbraio che era l’anniversario di matrimonio dei miei…ed aprendo quello scomparto nell’armadio, insieme alla biancheria, avvolto in una tovaglia…..che profumo. Desideravo copiarmi la ricetta…non so se riuscirò a rifarlo, ma, è come ripassare con la mente quel lungo procedimento della preparazione e della gioia! Perché non posso copiarlo e mi appare la scritta che posso chiedere la copia? Davvero? grazie!