LA caligo? O… IL caligo?
Cos’è? Innanzitutto, prima di poter dire la tua senza cognizione di causa, è bene conoscere di che fenomeno si tratta… Spesso in arrivo coi primi caldi, in questa stagione… E non vi dico quando succede cosa diventano i direct del mio instagram! Uno dei fenomeni più fotografati dalla nostra community!
A tal proposito ne abbiamo già parlato da tempo su ilmugugnogenovese.it e puoi trovare tutto quello che ti serve qui:
www.ilmugugnogenovese.it/caligo
Ma non è per questo che siete entrati qui… per cui andiamo alla risoluzione della diatriba!
CALIGO è MASCHILE O FEMMINILE?
IL caligo o LA caligo?
La parola è di origine latina e colta (infatti riprende il nominativo) e risale alla tradizione nautica medievale. Dovrebbe essere di genere femminile in base alla sua etimologia (cālīgo), e così suona in italiano, ma comprensibilmente nella nostra lingua è passata al maschile (o caligo). La cosa interessante è che dalla stessa parola latina in genovese ci sono state altre due derivazioni. Sempre dal nominativo, in forma più genuina si è formato un antico “garigo” che, quando poi nel Settecento è caduta (come succede sempre in genovese) la -r- tra vocali, è divenuto, per successiva e altrettanto regolare ritrazione dell’accento, il “gàigo” (o “gheigo” secondo la pronuncia locale), ossia il nebbione che si attacca alla cima dei monti liguri rimodellandone la forma, nelle giornate serene, come un’enorme massa di panna montata. Dall’accusativo “caliginem” invece è derivato il genovese antico “ca(r)izze”, che si sente ancora in Riviera, da cui il moderno “càize”, che è la ‘fuliggine’, ossia la sporcizia delle vecchie stufe e del camini. Del resto la “nebbia” in generale un suo nome ce l’ha, ed è regolarmente “negia”, dal latino “nebula”, che è la stessa voce da cui è derivato appunto l’italiano “nebbia”. Ma di nebbia ne abbiamo talmente poca, che oggi per “negia” intendiamo soprattutto, secondo un senso figurato documentato già nel Trecento, le cialde, sottili appunto come un sottile velo di vapore, che è tutto quello che ci possiamo concedere, in condizioni normali, in fatto di nebbie, foschie e altre seccature meteorologiche che per il resto lasciamo volentieri ai nostri vicini settentrionali.
cit. Professor Toso
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