Per molti il 16 giugno può significare un compleanno, una ricorrenza, un anniversario e chissà quante altre cose, belle o brutte che siano.
Per Genova, invece, è una data orribile.
Si sa: quando c’è una guerra, il mondo pare “fermarsi” e il fiato resta sospeso. Ma è solo parte della facciata: alcuni settori non possono rallentare. Le fabbriche devono continuare a lavorare. Nessun paese può permettersi di fermare completamente la propria produzione e le proprie industrie.
Ed è anche dalle fabbriche che partì la Resistenza. Spesso non raccontata in modo approfondito sui libri di scuola, ma ugualmente combattuta.
Genova, 16 giugno 1944: 1500 operai vennero deportati a Mauthausen
Dal novembre del 1943, ma in realtà anche molto prima, gli operai genovesi scelsero con coraggio di non stare a guardare e di alzarsi in piedi. Consapevoli dei rischi. Forse, però, nessuno avrebbe immaginato un epilogo del genere.
La resistenza prendeva campo e gli operai delle fabbriche cercavano di insorgere. Forza bruta, intimidazioni e in alcuni casi addirittura pubbliche esecuzioni, furono le risposte da parte delle autorità naziste per stabilire il rigore tipico del regime.
La situazione gonfiò per mesi in una bolla pericolosa, pronta a esplodere. Gli scioperi frequenti erano sempre più rischiosi, ma Genova non si fermò.
Fino a giugno del ’44, quando le fabbriche genovesi diedero vita a diversi giorni consecutivi di scioperi. Però il lavoro, alla fine, dovette riprendere. Più precisamente il 10 giugno. Gli operai tornarono dallo sciopero e i nazifascisti fecero irruzione all’Ansaldo Meccanico di Sampierdarena. Rastrellarono 64 operai.
Un episodio drammatico, ma purtroppo fu solo il preambolo…
Il 16 giugno, nel pomeriggio, 1488 operai furono deportati a Mauthausen per lavorare nelle fabbriche delle SS. Furono presi dalle fabbriche della Ansaldo, della San Giorgio, dalla Piaggio e dalla Siac. Una delle più pesanti deportazioni di civili in Italia.
Purtroppo non tutti riuscirono a tornare a casa…
Per leggere più nel dettaglio la storia, ti consiglio la lettura del seguente link:
16 giugno 1944, dalla fabbrica a Mauthausen. Una tragedia operaia
Se vuoi leggere altre storie di quel periodo non posso che suggerirti:
È un fatto che non tutti conoscono, anzi, credo lo sappiano ormai in pochi.
Volevo segnalare un romanzo in cui si parla di questo fatto. Si intitola Il coraggio della signora maestra e lo ha scritto Renzo Bistolfi, un sestrese che vive e lavora a Milano, ma scappa a Genova ogni volta che può. Suo padre è stato fra i deportati ed è riuscito a fuggire durante il viaggio. Quella parte di libro che parla della fuga è storia di famiglia dell’autore.
Anzi, Gabry, ti suggerisco di leggere qualche libro di questo autore, che io ritengo molto bravo. Ti riporta nel mondo anni ’50, quando Zena era ancora Zena. Le narrazioni si svolgono a Sestri, ma lo spirito è quello. Sono gialletti molto coloriti. Un bel modo per impiegare tempo libero.