Il Lago del Lagaccio

Oh belineeee com’è? Aloa, stasera andiamo alla scoperta di una storiella che appena la leggerete penserete che io mi sia fatto di qualche strano amminoacido… tranquilli son sano come un pesce! Anzi g’ho un çerto axillo perché questa vœggio propio cuntavela!


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Lagaccio. Campi da calcio. Tutti abbiamo più o meno presente?

Tralasciando la qualità delle immagini, in stile “Chi l’ha visto” dei poveri, questo è il complesso sportivo del Lagaccio, oggi. Inaugurato solo negli anni Settanta. Vien quindi da chiedersi: Cosa c’era prima?



UN LAGO

Non sono pazzo e, la foto, non è una photoshoppata storica. A questo punto vi starete chiedendo: “perché mai un lago? Perché mai al Lagaccio?” (che già nel suo nome…)
I motivi sono principalmente collegati al nostro caro Andrea Doria che, attorno al 1500, decise di crearsi la sua “piscina personale” a Palazzo del Principe, edificato poco prima. Si servì del Rio San Tommaso, passante proprio a poche decine di metri dalla sua umile dimora, incanalandone le acque, così da aver una fonte di irrigazione continua. Il governo della Repubblica di Genova, manco a dirlo, gli concesse lo sfruttamento del fiumiciattolo e “o zuego l’ea fæto“! 1539 circa, venne realizzato l’acquedotto in muratura per collegare l’acqua al parco della Villa.

Fin qui, è normale farsi venire uno scciupon de fotta! Che razza di “capriccio” era stato assecondato dalla Repubblica nei confronti del Doria? Col tempo, però, il lago si rivelò molto utile a tal punto da resistere fino ai nostri anni Settanta, quando fu prosciugato. Perché?

Nel 1652, nella valle fu installata una fabbrica di polveri da sparo e chi, se non il lago sovrastante, avrebbe potuto dare “energia” alla fabbrica? La polveriera, ampliata nel 1835, fu poi adibita a caserma militare, nella struttura odierna di Via Lagaccio, sempre alimentata dalle acque del bacino.

Si, proprio Via del Lagaccio! Qualcuno di voi l’ha mai percorsa? Strana strada, vero? Tortuosa, stretta. Passa proprio in mezzo alla valle per poi deviare, a sinistra, fino all’arrivo sotto i campi da calcio. Ebbene questa è la “prima” strada che portava i carri merci alla Polveriera, costeggiando il Rio San Tommaso. In pratica, quando la ripercorriamo, possiamo farci un’idea del tracciato che esso avesse!
Ma sto Rio che fin l’ha fæto?“: Tombinato, nell’Ottocento, senza pietà, per far spazio a nuovi complessi residenziali (pochi) e militari (molti). Oua, però, non siamo qui per raccontarvi la storia del quartiere, che racconterò prossimamente…

Il bacino idrico, ebbe un ruolo importante per alcuni secoli, fino al termine delle guerre mondiali. Con l’arrivo degli anni Settanta, come già detto, fu prosciugato e coperto con il complesso sportivo. Il lago del Lagaccio, prese questo nome, già nel Seicento per via del suo colore e dell’aspetto che assunse col tempo. (“Lagasso”, veniva chiamato) . Non veniva visto di buon grado dai suoi abitanti in quanto vi era poca possibilità di tenerlo pulito e “sotto controllo”.



Concludo con un ultimo aneddoto, che molti non sanno e, credo, mai si siano posti il problema. Perché il campo sportivo è chiamato Felice Ceravolo? Chi o l’è sto Felice?
Questo Lago ha sulla coscienza una vittima, un bambino di 12 anni che morì annegato, di nome Felice Ceravolo. A seguito di quest’ultima tragedia, si decise di intitolare il complesso sportivo proprio al giovane, sfortunato, ragazzo!

Credits: Foto di egidionicora.it

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Se vedemmo zueni!