A pochi passi dai parcheggi-giungla di Piazza Dante, in Vico Dritto Ponticello, troviamo la Casa di Cristoforo Colombo! Si si, proprio quello zuvenotto che scoprì l’America (per sbaglio) – CLICCA QUI per la sua storia!
È lì chissà da quanto, protetta da Porta Soprana (leggi la sua storia QUI) e fotografata millemila volte al giorno. C’è, però, una voce popolare diffusa secondo cui, quella casa, non sia stata la vera dimora di Colombo. Voci infondate o veritiere?
Affrontiamo la cosa passo, passo.
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Partiamo col presupposto che quella che vedete oggi è la vera ed autentica casa di Colombo, ma “non del tutto”. Allora perché spacciarla per tale?
Per dare una risposta esaustiva, bisogna andare molto indietro nel tempo. È certo che Colombo, nato nel 1451 nei pressi di Portoria, visse nel periodo in cui Zena iniziava ad espandere il suo complesso cittadino anche al di fuori delle mura del Barbarossa (fuori Porta Soprana) e più precisamente in Vico Dritto Ponticello, dove troviamo, appunto, la “casa museo”, come si legge sul contratto di locazione, conservato nell’Archivio del Vaticano.
Domenico Colombo, padre del nostro Cristoforo e guardiano per anni della Porta Soprana, si trasferì con la famiglia in vico Dritto Ponticello, anticamente chiamato Via Retta. La famiglia non era messa bene economicamente e, una volta partito il figlio come neo-marinaio, non si hanno più molte informazioni a riguardo.
Lo sviluppo edilizio del Quattrocento fu impressionante, a tal punto che le nuove case in zona sembravano “ammassarsi” sulle vecchie. Come se non bastasse, venivano aggiunti appartamenti alle antiche case per far fronte alla crescita demografica della rigogliosa Superba. Si sa con certezza che la casa dei genitori di Colombo era già presente prima del boom edilizio, ma allora perché diciamo che “non è la vera casa natale dell’esploratore”?
L’elemento fondamentale a supporto di questa affermazione è il bombardamento di Re Sole, avvenuto nel 1684, che rase al suolo parecchie case del centro storico. Con tutta certezza la casa di Cristoforo fu fra queste, poiché l’assedio colpì in modo particolare la zona esterna alle mura. Venne poi ricostruita, usando molti dei materiali della casa originale, com’era solito fare ai tempi (non si butta via niente! cit.). Per far fronte alla continua urbanizzazione, anche la casa del famoso esploratore fu adattata su più piani, quando venne restaurata ad inizio ‘900. Vennero, infatti, trovati chiari indizi che facevano pensare ad un edificio di 4 o 5 piani.
Molto probabilmente, l’aspetto attuale è quello che il nostro Cristoforo poteva vedere prima della ricostruzione. La casa originale era tipica della zona: piccola, entrata laterale e bottega frontale. Il padre, infatti, si sa con certezza che dopo aver perso il lavoro di guardiano della Porta, si arrangiò per anni come artigiano.
Nelle due foto successive, potete vedere Vico Dritto Ponticello e Porta Soprana, dopo la selvaggia cementificazione a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Dopo questo scorcio sul passato, torniamo ai giorni nostri.
Sulla facciata principale dell’abitazione è esposta una lapide con su scritto:
Latino« Nulla Domus Titulo Degnior Paternis In Aedibus Christophorus Columbus Pueritiam Primamque Juventam Transegit » | Italiano« Nessuna casa è più degna di considerazione di questa in cui Cristoforo Colombo trascorse, tra le mura paterne, la prima gioventù » |
Il Chiostro, come si spiega? Qual’è il suo scopo? Fa parte della casa di Colombo? Almeno una volta, ci siamo posti una di queste domande. D’altronde “stona” una costruzione di quel tipo in una zona edificata “selvaggiamente”, come l’abbiamo descritta poche righe sopra. Come avrebbe mai potuto sopravvivere al cemento infestante? Quell’insolito “cortile”, come l’ho sentito chiamare a volte (ho i brividi al pensiero), è uno degli edifici più antichi e recenti della zona. “Antico” perché si tratta del Chiostro del Convento di Sant’Andrea, databile ai primi anni del 1100, che venne “smontato” nel 1904 al momento dello sterro del colle omonimo. “Recente” poiché le pietre che costituiscono l’architettura vennero ricomposte nel 1922 nell’attuale sito.
Se non conosci l’avvenimento è spiegato QUI, nella costruzione di Piazza De Ferrari.
Quindi: NO, quell’insolito cortile, non c’entra un belino con la Casa di Colombo!
Figgeu, prima di salutarci, volevo annunciarvi che è arrivato: o pesto zeneize! (che ciù zeneise no se peu!)
Potete cattarvelo qui, online, oppure in Via Cesarea 21R!
Se vedemmo figgeu!
Contento di aver appena visitato per caso con la mia famiglia i luoghi così Simpaticamente descritti dal fondatore della pagina Facebook Gabriele Rastaldo . Spero di poter ritornare presto a visitare questa meravigliosa Citta ed approfondire le considerazioni storiche appena descritte dall’ Autore. Ciao Zena