IL BELINOGRAFO!
Alua… intanto cominciamo col dire che chi fa battute facili o allusioni, è una brutta persona.
Tanto tempo fa, in una francia lontana lontana, un ingegnere Edouard Belin, il cui cognome è già un programma, (occhio che l’hai scritto pocanzi: “è una brutta persona” .cit) nel 1908 idealizzò la prima forma di fax con cui si potevano trasmettere e ricevere foto, disegni e scritti. Mica roba da poco? “Belin!” verrebbe da esclamare…
Come funzionava?
L’apparecchiatura era composta da due parti: la parte elettrica che riceveva e trasmetteva segnali elettrici, e una seconda parte meccanica che scriveva su carta i messaggi ricevuti sfruttando il principio della vite senza fine. L’ingegner Belin (figgeu, è più forte di me… me vegne da rìe tutte e votte…) ha inventato un dispositivo elettromeccanico che analizzava la fotografia in ogni suo particolare, sia nella tonalità del bianco e nero sia nelle dimensioni e poi trasformava in impulsi elettrici la foto. Il belinografo elaborava i segnali elettrici ricevuti e li riconvertiva in movimenti meccanici che, asserviti ad una stampante, riproduceva su carta l’immagine ricevuta in ogni suo particolare. In questo modo si poteva inviare attraverso un trasmettitore elettronico una sequenza di impulsi, a centinaia di chilometri di distanza, per mezzo delle reti telefoniche. Ovviamente il sistema elettromeccanico era uguale sia per il trasmettitore che per il ricevitore.
- La spiegazione sul funzionamento è presa da un’intervista del 2006, del giornalista A. Bovetti, al comandante Ernani Andreatta, direttore del Museo marinaro Tommasino-Andreatta, a pochi chilometri da Chiavari.
… e a parte questo specifico, beh non sarà proprio come i proverbiali Durand e Dupont, ma Bélin è un cognome abbastanza diffuso in Francia: quindi prepariamoci tutti, che può capitarci di incontrarne uno e stringergli … la mano, si capisce
molto interessante, certo che se la storia a scuola la spiegassi tu, sai che furore!! complimenti!
In questa “avenue” a Tolosa sono passato parecchie volte… Per completare il discorso, faccio notare che a Marsiglia, a poca distanza da Avenue Zoccola, si trova Moussa!
Poesia ❤️
Si tutto giusto, è ancora visibile al Museo Marinaro Tommasino-Andreatta, presso la scuola di Telecomunicazioni delle FF.AA a Chiavari