Sono andato a contarle. Mi avete chiesto in 211 messaggi di commentare Il Principe Libero.
e… NO. Non lo farò. Vi spiego. (anche se capirete da soli cosa ne penso)
Sono un amante di De Andrè. Va detto, a prescindere, che non ho mai apprezzato il suo genovese, ciù sardo che zeneise (d’altronde si sa’, molta parte del suo cuore stava “rapita” laggiù), basti pensare a tutte le “forzature” come il famoso “levre de cuppi” per dire semplicemente “gatto”.
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Sono un amante di De Andrè, ma… NO, non attacco il film sul “romanaccio” tanto contestato (che.. ahò, se commenta da solo! Un film su Totò interpretato da De Sica come lo vedreste?), ma piuttosto la commercializzazione di una figura che mai l’avrebbe voluto.
“No ad un film su di me, si all’amore libero sulle spiagge” Mi sembrerebbe quasi di poterlo udire… un amore sacro, anzi profano!
In questi giorni, com’è ovvio nel rumentoso mondo dei social, il marasma si divide in due correnti: chi lo difende a spada più o meno tratta e chi è contrario (quasi esclusivamente per la parlata dell’attore), quasi fosse per andar in direzione ostinata e contraria.
Oh, ma v’adesciate un attimo? Si parla di Faber. Improvvisamente son tutti grandi intenditori di De Andrè e critici di cinema scafati. Io non mi permetto di criticare gli aspetti tecnici, come sceneggiature, recitazione o altro (quando si muove da lontano Marinelli è maledettamente uguale a lui), ma l’essenza stessa.
Questa di M… De Andrè, è la vera storia… o tale vuol esser (sembra quasi di sentir Marinella, mentre scrivo…)
Sul film, quindi, niente da dire! Anzi! Storia vera, personalità contorta e affascinante. Un attore che, a parer mio, è stato molto intelligente. Recita il personaggio, ma non vuole avvicinarsi a lui. Se l’ “icona” è troppo grande, fare un flop clamoroso è un attimo.
E dunque ben venga il romanaccio. Sciu Marinelli, scia me lo fassa dì, scignuria! meno male che no l’a parlou zeneise, sedonca me vegniva unno scciupon!
De Andrè lo cantiamo tutti da piccini, cresciamo con negli occhi la lanterna e nell’orecchio Faber. E’ così per la quasi totalità dei figgi zeneixi, non nascondiamolo. Se, col tempo vi appassionate, scavate a fondo, vi documentate sul suo essere, sulla sua vita e vi ascoltate le sue “difficili” interviste, vi renderete conto che… non era il caso di farci un film, ne tanto meno chiamarlo Principe, lui anarchico fin all’ultima corda della sua chitarra (Perché d’altronde “Pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra.“).
E poi… ve l’aveva già suggerito lui “Dai diamanti non nasce niente. Dal letame nascono i fiori”.
Non puoi far nascere niente da qualcosa (qualcuno) che è già Diamante.
Ultima parentesi, doverosa, verso i neofiti amanti di De Andrè e tutta quella massa di persone che in questi giorni parlano di lui come fosse un fan da anni immemori: vi prego, non chiamatelo Faber, quello è il soprannome per gli amici, per gli affezionati… Non per voi, voi che pensavate fino all’altro ieri che Marinella fosse il ristorante abbandonato di Nervi…
E comunque… Passerà anche questo film senza far male
passerà questa pioggia sottile come passa il dolore.
Belle canzoni in difesa dei deboli ma anche lui si è rifugiato nel mega villone milanese che come disse lui
Se i miei fans lo vedessero mi ripudierebbero
Articolo INDECENTE quasi come se De Andrè fosse dovuto morire quel giorno del 99 e non sopravvivere… la vera grandezza di Faber è proprio che continua, generazione dopo generazione, a toccare i cuori e gli animi delle persone che lo scoprono e lo riscoprono: questa è la sua immortalità, malgrado lui dicesse “ai miei figli devo lasciare qualcosa (rif. il podere in Sardegna) perché non posso lasciar loro canzoni che non fanno mangiare”. In linea di massima è vero, ma le sue canzoni spaziano qualcosa di più importante: l’anima è la mente!
“come se De Andrè fosse dovuto morire quel giorno”… Non mi sembrava di aver dato l’idea di tutto questo magari mi sono espresso male, ma stando agli apprezzamenti ricevuti, non credo a questo punto d’esser io ad aver interpretato in modo un po’ distorto questo articolo indecente
Tantu de cappellu
Sono d’accordo, Faber solo per Villaggio e gli amici piu’ vicini.
Giusta analisi… nulla da aggiungere..
Ho seguito De Andrè dal 1965. Dischi, concerti e purtroppo l’ultimo saluto in Carignano. Con ciò sono convinto che potesse chiamarlo Faber solo Villaggio
Ciao. Purtroppo è stata una pura commercializzazione di un Mito come già fatto con tanti altri…… e mi fermo qui. Di sicuro il film è andato contro al De Andrè ke i genovesi conoscono. E forse se andiamo sulla sua tomba troviamo la terra che “ribolle” come direbbero i miei amici toscani…..