Lezione serale #64 Sguaro
“Perché t’impari un po’ di parole cosi quando vieni a trovarci sai come interpretare..”
Stavolta… eh belin, l’abbiamo usata tutti almeno una volta sta parolla chi! A Genova non ci si taglia: ci si sguara! Prima di addentrarci nel suo utilizzo e la sua origine, come sempre ti do’ la definizione dal dizionario. Diz. Frisoni: Sguaro, s.m. straccio, stracciatura.
“Ma come? Io pensavo…”
Sì, sì, tu pensavi a tutt’altra traduzione. In realtà siamo noi a “sbagliare” ed usare il termine con un altro significato.
Infatti, sempre dal Frisoni: Sguarâ, v,a. lacerare, stracciare.
Come sempre accade, quando una lingua perde il suo quotidiano utilizzo, finisce per tener vive le parole più usate, le più “utili”, “indispensabili”e perché no, quelle dai suoni più simpatici! Spesso, però, queste vengono travisate nel tempo.
Lo sguaro, come molti di noi sicuramente pensano, è un qualsiasi taglio su qualsiasi superficie. In realtà non sarebbe così. Lo sguaro è piuttosto quel vestito un po’ stracciato, quel capo che mettete sempre, ma ormai “sarebbe da buttare”, ma… “non si butta via niente”, quindi lo conservate come fosse una reliquia. Lo sguaro è anche lo straccio che usate per pulire (anche se su questo vi sono mille varianti a seconda della zona di Liguria in cui ci troviamo!)
Noi, poche musse, nel dubbio ce ne battiamo il belino e usiamo, ormai, il termine con cui tutti lo conosciamo. SGUARO = TAGLIO.
Vocabolo o verbo che sia, il significato è quello per tutti.
Da dove deriva?
Non c’è un origine certa, documentata, come per molte parole, ma avvalendoci del nostro solito piccolo dizionario etimologico ligure del prof. Toso, scopriamo che potrebbe avere origini germaniche, da skerran “grattare”, oppure dal suono onomatopeico italiano di “sgarro”, appunto uno “strappo” nei rapporti tra due persone provocato da un’offesa.
Come si pronuncia?
Ve lo spiegherò in modo un po’ più particolare del solito. Come dite “giaguaro”? Ecco, cercate di adattare tono e pronuncia a questa parola. Lo sguaro è una parola che vuole enfatizzare il taglio appena fatto/procuratosi. Possiamo infatti usarlo anche ironicamente “eh sai che sguaro ti sei fatto!” riferendosi ad una delle più classiche pelliccine sulle dita. In generale viene pronunciato come si scrive, ma ricordate che raramente sarà un termine usato fine a se stesso: sarà sempre volto a esagerare o sminuire il taglio appena avvenuto!
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Se vedemmo zueni!
L’è megio e braghe sguaræ ‘nt’o cû, ch -o cû sguaròu int’e braghe