LEGGI BENE TUTTO PER CAPIRE DI CHE SI TRATTA.
MODDI DE DI’: #1 Sciûsciâ e sciorbî no se pêu
Anche questa mi frullava in testa da un po’ di tempo, dunque apriamo il capitolo: Modi di dire… E lo iniziamo come facemmo con “Belin” per le lezioni serali, con uno dei moddi de dì più conosciuti…
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Sciûsciâ e sciorbî no se pêu – Soffiare e succhiare non si può.
Forse uno dei più comuni, dei più sentiti; uno di quei modi di dire che è quasi una prerogativa per essere Genovese.
Allo stesso tempo, però, è anche uno dei più maltrattati. Tra chi lo pronuncia male e chi lo declama con un ordine delle parole tutto suo. Capiamoci. “Chi dorme, non piglia pesci”, per esempio: Ha il suo suono, la sua “cantilena”, di chi ormai l’ha sentito mille volte. Non puoi mica dire in giro “non piglia pesci chi dorme“, sembreresti un abelinato cronico. Stessa cosa vale per “Sciûsciâ e sciorbî no se pêu.”
Al primo che sento dire “no se peu sciuscia e sciorbi” o ancora peggio “sciuscia O sciurbi” ci tiro un mortaio da pesto.
Significato: È inutile che provi a fare mille cose a tempo, concentrati su una / non puoi far due cose contemporaneamente! Questo modo di dire lo possiamo usare sia in modo ironico, quando qualcuno va oltre le sue possibilità, oppure per richiedere “attenzione” in ciò che si sta facendo ( Es: magari per un lavoro svolto con troppa sufficienza perché impegnato su mille altre cose a tempo).
Di esempi, stavolta, reputo non sia giusto farne poiché bisogna esser nella situazione adatta e cogliere l’attimo in cui dirlo. È molto difficile usare questo moddo de dì, non sempre è “azzeccato”. La sua riuscita strappa sempre una risata, ma detto nel contesto sbagliato, invece, può risultare antipatico e scortese (come se steste dicendo al vostro interlocutore: “non sei in grado! Lascia perdere”)
Pronuncia: Sciuscia e sciurbì no se peu, ma rassegnatevi, è inutile che ci proviate.
Perché?
1) questo modo di dire deve rimanere un’esclusiva nostra
2) non saprei manco spiegarvela, servirebbe un corso di fonetica per potervela descrivere nei termini giusti, specialmente per quanto riguarda la pronuncia del “pêu” finale.
Va accompagnata con una mimica “a schernire” il vostro soggetto. Ad esempio: allargando le braccia, aggrottando la fronte e dicendo il tutto col sorriso.
Foresti, anche stavolta… Ascoltate e basta!
Se vedemmo zueni!
Sono d’accordo con Marco sull’etimologia autentica. Si può applicare a tante situazioni in cui la scelta di una decisione non deve far recriminare sulla scelta opposta.
Se posso, forse non del tutto in tema : i miei nonni abitavano in Mura dello Zerbino; nei giorni di vento serio, “de ma’”, mia Madre, rientrando da giri di commissioni a “Ciassa Manin”, notava che, entrando in Piazza dello Zerbino, si era presa una “sciuscia” tutta speciale. Però’ il vento non può sciurbi’ !
Sentito usare anche “Sciûsciâ, sciorbî e cantâ messa (sottinteso: no se pêu)” probabilmente come rafforzativo
io ho sempre pensato che questo modo dire fosse legato al fatto di dover prendere una posizione sulle cose, forse legata al fatto che così come non puoi fare una cosa ed il suo opposto contemporaneamente , allo stesso modo non dovresti tenere il piede in due scarpe diverse in altre parole, prendi una decisione ed accettane le conseguenze, anche perchè di solito quando lo si dice il destinatario della frase è indeciso e rimugina menandolo sulle diverse soluzioni del problema, 😉